domenica 14 aprile 2013

Peppino e Giovanni Impastato


Una famiglia mafiosa: un fratello ribelle

11 marzo 2002. Rese note le motivazioni della sentenza che il 5 marzo 2001 ha condannato il mafioso Vito Palazzolo a 30 annidi carcere per l'assassinio di Giuseppe Impastato.
Il giudice a latere Angelo Pellino, estensore della sentenza, scrive che sulle indagini "grava l'intollerabile sospetto di un sistematico depistaggio o comunque di una conduzione delle stesse viziata da uno sconcertante coacervo di omissioni negligenze ritardi mescolati a opzioni investigative preconcette che ne avrebbero condizionato e alterato la direzione e lo sviluppo".
La sentenza riconosce il ruolo dei familiari, dei compagni di Impastato e del Centro siciliano di documentazione che ha dato un "prezioso contributo, nel corso degli anni, alla raccolta sistematica di un prezioso materiale informativo" e fa sue le conclusioni della Relazione della Commissione parlamentare antimafia sul "caso Impastato", relative al depistaggio delle indagini operato dalle forze dell'ordine e dalla magistratura.



Non si può comprendere il presente se non si ha “memoria” del passato.  Ma la memoria è il ricordo di qualcosa di vissuto e “ricordare” significa richiamare alla mente e al cuore avvenimenti del passato, ritrovare e ripercorrere le emozioni che il tempo ha depositato. Ma ciò che non si è vissuto non si può ricordare e per chi non c’era  la memoria degli eventi lontani passa attraverso la parola e la passione delle grandi figure e  dei testimoni.  Occorre creare un vissuto in chi non c’era, produrre emozioni  e, attraverso lo spiraglio che queste emozioni aprono, accompagnare i fatti, gli avvenimenti, le notizie, la comprensione  della realtà.
Per far rivivere anche a Mestrino temi, emozioni, incontri, ricordi, analisi e dibattito, la lista civica Vivi Mestrino” ha proposto ai cittadini, alle forze politiche e alle associazioni l’incontro con Giovanni  Impastato,  fratello di Peppino, vittima della mafia.
All’incontro, tenutosi giovedì 11 aprile a Mestrino, un centinaio di aderenti alla lista Vivi Mestrino, cittadini comuni, militanti politici, donne e uomini di chiesa e no, si sono stretti intorno a Giovanni Impastato, fratello di Peppino, affascinati dalla sua eloquenza sobria, affabulatrice e poetica.
Il racconto della storia di Peppino e della famiglia Impastato si è intrecciato con le vicende della lotta alla mafia, dei depistaggi di Stato, della storia d’Italia degli ultimi 30 anni, della cultura della legalità. Su quest’ultimo punto Giovanni ha tenuto a sottolineare la sottile differenza esistente tra legalitarismo fine a se stesso e rispetto della legalità, delle leggi fatte per l’uomo, della possibilità di riconoscersi tutti nel quadro costituzionale al di là delle differenze di pensiero e ideologiche.

Molteplici le reazioni positive dopo la serata. Adriana: “l’iniziativa più appassionante tenuta a Mestrino negli ultimi anni”. Giusy: “serata interessantissima; ho lottato contro la stanchezza ma ne è valsa la pena”.
Rossana: “serata bella e intensa”. Nicola: “una testimonianza imperdibile”. Luigi Ficarra: “Conoscendolo di persona, ho potuto cogliere l'elevata statura politico-culturale di Giovanni, quella di un autentico ‘comunista’, capace, come ha fatto ieri sera, di svolgere anche una critica sottile e rivoluzionaria del concetto moderato e borghese di rispetto della legalità, richiamando le posizioni di Luther King, Gandhi, don Milani, Gramsci e Marx.”

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