giovedì 1 agosto 2013

Di' qualcosa di sinistra!




Di' qualcosa di sinistra

Destra e sinistra

Distinzioni antiche  o ancora attuali


Provate a guardare i valori, o le parole chiave, riportati sull'immagine di apertura del post: descrivono le istanze di una società moderna, post rivoluzione francese, post rivoluzione industriale;  alcuni sono comuni ad entrambi i riquadri, ma i singoli li interpretano secondo le proprie esperienze, il proprio ambiente, la propria cultura, il proprio modo di essere.  

Massimo Cacciari nella sua recente intervista a Repubblica, sembra vivere in un altro pianeta, sicuramente non nel Veneto, se non si accorge, dall'alto della sua profondità filosofica, che la gente è diversa, che vive in modo diverso le cose, che ha storie personali e aspirazioni diverse. Non frequenta evidentemente i bassifondi di FB e i commenti ai post dei grandi giornali e dei piccoli scrittori, dove le distinzioni viscerali, umorali e antropologiche sono evidentissime.

Anche Stefano Benni ha una visione personalissima, ma la sua esaltazione del fare, come modo di essere mi piace già più di quella molto teorica di Cacciari.

Su un altro piano ancora, l'individualismo morale di Ulrik Beck, che dà una prospettiva globale alle novità della politica e soprattutto delle istanze dei giovani.

Ma chi mi ha convinto di più e che trovo più vicino al mio modo di sentire e soprattutto al modo di sentire e di essere dei militanti, della gente che si sporca le mani, perchè non le tiene in tasca, è la lucidità, senza peli sulla lingua, senza sconti e senza perifrasi di  Stefano Rodotà.

Potrebbe anche essere vero che i termini destra e sinistra siano ormai superati, ma sicuramente non perchè tutti siamo mescolati in un grande calderone indistinto, dove i valori, le storie, le finalità si confondono.

Non mi permetterei mai di definire chi si riconosce di più nel secondo riquadro un destrorso, bensì un rispettabile conservatore per indole e per cultura. Probabilmente, nell'ultimo ventennio, l'inquinamento berlusconiano gli ha tarpato le ali e gli ideali. 

Così come non vorrei che gli altri siano definiti sinistrorsi; chi usa questo termine rivela un'avversione viscerale e una scarsa conoscenza della geografia politica: chi "non sa da che parte è girato"  rischia solo di dare fiato a pericolosi populismi, e di mandare al macero qualsiasi istanza di rinnovamento, qualsiasi protesta, legittimamente colta alle elezioni, rispetto al malaffare della politica di regime: un déjà vu (1921 e 1994) che porta solo al disastro economico e morale. 

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