martedì 15 luglio 2014

parole di scuola, I come insegnante













A come analfabeta; B come banco; C come collegio docenti, consiglio d'istituto, continuità; D come dirigenteE come etica, empatia, esami; F come finanziamenti; G come genitori; H come handicap;  I come insegnante, le tre I; L come LIM; M come media;  
 N come numero; O come opportunità; P come professore, P come presideQ come qualità; R come ripetente; S come semi; T come terremoto; U come unico; V come valigia; Z come zaino, zerbino.

Difficile diventare maestri di vita in un'epoca in cui si diventa insegnanti a tutti gli effetti a quarant'anni o più, quindi per cercare questa categoria bisogna andare indietro ai tempi in cui a meno di vent'anni venivi catapultato in una scuola in grande evoluzione, sia nei numeri che nei metodi, cioè agli anni settanta. 

Quindi mi viene alla mente una mitica maestra, amata da chi ne comprendeva i metodi, detestata da chi anelava alla "grammatica" e alla ripetitività. Maestra di generazioni, innovatrice sino all'ultimo suo giorno di scuola, autrice di testi di didattica, ma  modesta con i colleghi che tuttavia ne temevano il confronto. Disponibile con i genitori, ma mai prona ad ogni loro fantasiosa richiesta.
Mi viene in mente poi quell'insegnante di musica, che ha fatto prima conoscere e poi amare la musica a generazioni di studenti, fornendo loro anche qualcosa in più: la capacità di essere leali e l'amore per la vita nonostante le difficoltà.

Chi li conosce non farà fatica a individuarli, altri li identificheranno in altre persone, diverse da quelle che ho in mente io, ma questo sarà un ulteriore segno che nella scuola, in generale, operano persone di grande qualità, mimetizzate nel grande esercito di persone serie, che portano avanti dignitosamente il lavoro di ogni giorno.
Al loro fianco, purtroppo,  anche quelli, piccola minoranza,  che con la loro sola presenza danneggiano gli alunni, le famiglie e i colleghi stessi che fanno fino in fondo tutto quello che possono fare.

Tutto bene quindi nella scuola? Per niente, perchè se guardiamo ai veri "maestri di vita" sembra che si faccia di tutto per zittirli o isolarli, se guardiamo alla grande massa degli ottimi e instancabili lavoratori, sembra che si faccia di tutto per impoverirli sia materialmente che nella considerazione sociale, se guardiamo all'ultima categoria, quella degli inadatti e dei fannulloni, non esiste nessuno strumento serio, in mano ai dirigenti, ai colleghi e ai genitori, in grado di allontanarli o di attenuarne gli effetti deleteri.

Si apre quindi un grande scommessa per la scuola futura: sin qui, da destra e da sinistra, si sono solo operati tagli lineari, adesso si parla di rilancio, ma la partenza é sicuramente sbagliata.
Propagandi (adesso do del tu al presidente, se non lo avete capito) le 36 ore settimanali per gente che nella maggior parte dei casi ne fa anche di più, ma in modo sommerso; bene facciamole emergere, ma dove si trovano i locali, le attrezzature, i fondi? e poi diciamolo pure senza ipocrisie: quante insegnanti madri baratterebbero il loro unico privilegio (quello di poter lavorare a casa, anche nottetempo) con un orario d'ufficio? quanti doppiolavoristi uomini e donne accetterebbero un piccolo simbolico aumento di stipendio, lasciando palestre e studi professionali ben più remunerativi?
E' vero che siamo nell'era dei grandi proclami, ma questo, caro presidente,  si scontrerà con la realtà, prima ancora di quelli contro le politiche della Merckel..   

Nessun commento:

Posta un commento

Informazioni

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Parte delle immagini, loghi, contributi audio o video e testi usati in questo blog viene dalla Rete e i diritti d'autore appartengono ai rispettivi proprietari. Il blog non è responsabile dei commenti inseriti dagli utenti e lettori occasionali.