venerdì 28 novembre 2014

Autismo e tribunali, 1












Un caso giudiziario fondato su un falso scientifico. La sentenza di Rimini su autismo e vaccini.

Devo ammettere che come biologo e come genitore, sull'argomento della pericolosità delle vaccinazioni,  sono un convinto "negazionista", sono cioè tra quelli che negano ogni possibile legame e mi trovo in buona compagnia come dimostrerò in seguito. 
In più, temo fortemente che sulla scia della recente sentenza pubblicizzata ieri sulla stampa, si inneschi, anzi si amplifichi, il can can mediatico-retaiolo che potrebbe spingere molti ad abbandonare la via delle vaccinazioni per irrazionali e ancestrali timori.
Poi ci meravigliamo che in Liberia gli "indigeni" talvolta respingono i medici che vogliono proteggere la gente dal contagio dell'Ebola...


Non sono ancora note le perizie del CTU di Rimini che hanno indotto il giudice a sancire "ope legis" una ragionevole probabilità scientifica nella correlazione tra vaccino trivalente e autismo.

Ma qualcosa di analogo è avvenuto nel 2011 in una sentenza  del tribunale di Pesaro di cui vale la pena seguire alcuni passi, relativi al parere del  CTU. (approfondimento tratto dal sito del movimento per la libertà di vaccinazione)


A  Pesaro.
Il CTU quindi affronta uno degli argomenti più controversi nel dibattito odierno sull’autismo e vaccinazioni: “Consultando la letteratura inerente all’argomento, è praticamente impossibile leggere un articolo sul vaccino MPR senza incontrare un riferimento al gastroenterologo britannico Dr. Andrew Wakefield che nel 1998 pubblicò una ricerca sulla rivista The Lancet che suggeriva un possibile legame tra il vaccino MPR, la malattia intestinale cronica e l'autismo."

(Ed ecco il primo falso: l'articolo è stato ritirato da Lancet)
Prosegue il CTU: "Fin dalla sua pubblicazione, l'articolo è rimasto uno degli studi più citati e ancora controversi sul tema della sicurezza dei vaccini e il contrasto di opinioni suscitato nel mondo scientifico ha dato origine ad un acceso dibattito che ha messo in dubbio la reputazione personale e professionale del ricercatore. Ma negli anni successivi altri studi hanno confermato le tesi di Wakefield. Il più noto accreditato è uno studio condotto in Danimarca nel 2004, che dimostrò inequivocabilmente come i bambini danesi siano passati da una media di 18,8 casi di autismo ogni 100,000 abitanti negli anni 80-85 (prima della vaccinazione MPR di massa, che iniziò nel 1987) a 146,4 casi nel 2002. Alcuni studi sul vaccino MPR affermano non solo che esso possa scatenare l’autismo ma anche selezionare mutazioni di pericolosi virus morbillosi.

Negli Stati Uniti per il massivo incremento di questa gravissima patologia (che sembra essersi accresciuta in dieci anni del 1700%), è stata coniata la definizione di “epidemia” di autismo”. E recentemente (il 29 marzo 2012) il CDC Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ha reso noti i dati aggiornati sulla diffusione dell'autismo negli Stati Uniti: 1 bambino ogni 88. Data la diversa incidenza della malattia tra maschi e femmine (rapporto di 4 a 1), che 1 bambino ogni 54 e 1 bambina ogni 225 ha oggi un disturbo dello spettro autistico. E’ noto anche il clamore suscitato da alcune ricerche scientifiche intorno al thimerosal, componente battericida dei prodotti vaccinici contenente il 49,6% di mercurio, che nell’ultimo decennio è stato ritenuto responsabile di casi di autismo, di disordine da deficit dell’attenzione (ADD), di ritardi nel linguaggio e altri disturbi registrati.

Per contro, un rapporto del prestigioso “Institute of Medicine Academy of science”, pubblicato nel maggio 2004, affermava che “l’insieme delle evidenze disponibili conducevano a un rigetto dell’ipotesi di correlazione causale” tra thimerosal e autismo. Ma, nonostante la sua autorevolezza, il rapporto non fu sufficiente per chiudere la discussione sulla controversia medica che andava emergendo sulla presenza del mercurio anche in alcuni vaccini antitetanici, antidifto-tetanici, contro la pertosse e la meningite, somministrati ai bambini.

Studi più recenti condotti sugli animali e in vitro hanno fornito interessanti evidenze biologiche ma mancano tuttora vere e proprie prove scientifiche di un danno neurologico provocato dai vaccini contenenti mercurio. "

Segue

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