domenica 4 gennaio 2015

Gli italiani dell'anno


Ma che c.... d'Italia è questa?






Tutte le testate stanno facendo in questi giorni la propria classifica degli italiani dell'anno: quindi troviamo Renzi, Gino Strada, Napolitano, Samantha Cristoforetti e tanti altri a seconda dei gusti di chi scrive. Anch'io ho provato a fare la mia classifica, ma mi è stato impossibile sceglierne solo pochi; sono andato quindi per categorie, individuando insiemi di anonimi.   Qualche categoria risulterà un pò affollata, qualche altra meno...




Il medico. Motivazioni: perché va in ospedale (pubblico) a tutte le ore con orari massacranti e uno stipendio dignitoso ma non eccelso, resistendo alla tentazione di lavorare anche privatamente. Ogni tanto, per dedicarsi al suo hobby preferito (andare in Africa a lavorare per i malati di Ebola), prende qualche aspettativa non retribuita. Altre migliaia di fanatici, anche senza andare in Africa, rispettano il malato, si aggiornano e resistono alla mancanza di fondi e agli intrallazzi dei gestori politici delle ASL.



Il cooperante sociale. Motivazioni: Se si trova nella cooperativa giusta, magari lontano da Roma, lavora con passione, porta a casa solo qualcosa per sopravvivere, fa parte di una organizzazione che ha mantenuto solo in parte, in piccolissima parte le motivazioni iniziali, ma è contento di quello che fa; il suo è un mestiere in cui etica e bisogni personali coincidono, un mestiere che si fa anche un pò per passione.


L'insegnante. Motivazioni: ha lottato quotidianamente con il registro elettronico, le circolari ministeriali sempre più contraddittorie, con l'azzeramento del fondo d'Istituto, con le nuove cicliche indicazioni, inventate dal pedagogista di moda, con il MIUR, il CSA, i PAS, i BES, il POF, il CTRH, le GP, l'OD, l'OF, il CCNL, il CCND, CCNI, e talvolta anche con il DSGA, gli ATA e l'RSU. E' in trincea ogni giorno, circondato da genitori impazziti, da dirigenti incompetenti, ma velleitari, da alunni ai quali fa difetto non solo il principio di autorità ma spesso anche la fantasia e la voglia di vivere. Non si è ammalato mai, neanche quando tutti gli alunni a turno hanno avuto la loro settimana di riposo. E' rientrato puntualmente dalle vacanze, anche se aveva il fidanzato (a) lontano (a).

L'artigiano. Motivazioni: anche senza specifiche specializzazioni è diventato un esperto fiscalista, conosce approfonditamente luoghi, volti e risvolti delle Agenzie delle entrate, di Equitalia e degli uffici dei direttori di banca antifidi. Ha retto stoicamente al pubblico disprezzo per ogni fattura non emessa, ma è sopravvissuto.

Il genitore. Motivazioni: solo raramente ha pensato che la colpa fosse dell'insegnante e non del suo giovane virgulto. Quando proprio è stato necessario, si è rivolto al dirigente, ma siccome non si dimostrava abbastanza pericoloso, si è trovato dinnanzi ad un muro corporativo e difensivo. Non ha ceduto ed ha conservato il suo personalissimo rispetto per le istituzioni. Ha infatti saputo riconoscere i veri insegnanti. Si è lagnato solo quanto basta  delle tasse che paga, perchè ha constatato per esperienza che almeno una buona parte, al netto delle italiche ruberie, viene impiegata per sfamare le categorie 1 e 3, dei cui servizi gode.  

L'operaio. Motivazioni: come specie in estinzione dovrebbe essere protetta, ma in realtà è soggetto a regole che ne accelereranno il declino o quanto meno il ritorno alla più corretta definizione di "proletario" (chi possiede solo la prole). Va difeso per la strenua lotta che sta compiendo non tanto per il posto di lavoro, ma per la dignità umana.



Il carabiniere. Motivazioni: ha resistito senza impugnare le armi e neppure certificati di malattia fasulli, contro il blocco degli stipendi, i turni sfavorevoli anche durante le feste, la sensazione di lavorare talvolta come per svuotare il mare con un secchiello. "Noi li prendiamo e quelli li mandano fuori". Nonostante questo è andato avanti e mai o quasi mai si è fatto scappare un gesto stizzito di troppo. E' uno dei pochi che mantiene una qualche parvenza di spirito di corpo, quello che una volta c'era anche alle poste e alle ferrovie. Il tutto per 1300-1400 euro netti. 



  

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