domenica 9 agosto 2015

Controcorrente: vittime o leghisti "de core"

Goebbels, ministro della propaganda
Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà realtà.




Nota dell'autore: Per venire incontro alle diverse sensibilità  e per rendere possibile la lettura dell'articolo anche ai minori di anni 14, purchè muniti di dizionario, il termine "rincoglioniti", originariamente presente nel testo é stato sostituito con "coartati". Come appare evidente le questioni di fondo non vengono in alcun modo alterate. 

Ieri ho discusso a lungo con un'amica, una volontaria di un'importante agenzia umanitaria cattolica, una che si prodiga anche per l'insegnamento dell'italiano alle donne straniere, per il loro inserimento sociale e per aiutarle ad uscire dall'isolamento domestico. Grandissimo lo stupore nel sentir ripetere anche da questa persona la sfilza di luoghi comuni che riguardano i profughi. 
Cito a caso: "non li possiamo accogliere tutti, dobbiamo pensare prima ai nostri vecchi che non arrivano alla fine del mese, tra di loro c'è di tutto, ci stanno riempendo di potenziale delinquenti, mandano le loro donne a prostituirsi, non possiamo più permetterci questo buonismo, i nostri emigrati non erano trattati così bene, pretendono il cellulare e il wi-fi" e via delirando.
Ma lo stupore é giunto al suo acme, quando la stessa persona, nel corso della discussione, cedendo ad alcuni miei stimoli fondati sul racconto di fatti e situazioni concrete, da me conosciute direttamente, si é sciolta nel racconto commovente di un suo conoscente senegalese, che le ha mostrato le foto dei figli lasciati in Africa e le ha spiegato che lui è qui per permettere a loro di mangiare ed andare a scuola. 
Allora? I veneti sono stati tutti coartati** da una propaganda martellante, fondata sul noto principio che una menzogna ripetuta un milione di volte diviene realtà o, viceversa, questa propaganda becera ottiene risultati al di sopra della media su menti particolarmente predisposte? Vittime o leghisti "de core" come dicono a Roma? 

Intanto, per non sentirsi da meno, il noto modernista genovese, propone come soluzione le espulsioni di massa (con quali sistemi e con quali mezzi?) e l'attenuazione dei permessi umanitari. Facile il gioco di Orfini  che gli chiede quando si iscriverà alla lega, chiosando che "alla fine gli sciacalli si ritrovano sempre a destra". 
Terribile la mancanza di vision dei nostri politici, che rincorrono la pancia della "ggente", non ricercano soluzioni credibili e realistiche, (attribuire l'etichetta spregiativa di buonista agli altri che operano e tamponano non basta), rinunciano ad orientare, a fare cultura politica e sociale: non sapendo più rispondere ai bisogni reali degli italiani, inducono fobie fittizie. Politici che agiscono, quando agiscono, solo in emergenza, senza prevedere e governare i fenomeni o rincorrono  i peggiori istinti e le naturali paure e insicurezze. 
Forse un sociologo illuminato mi spiegherà che questi fenomeni sono normali in periodi di crisi o un etnologo altrettanto illustre mi dirà che la difesa del territorio é propria della natura umana. 
Ma la cultura? la politica? é triste per un laico lasciare il monopolio dell'agitazione delle coscienze (e degli interventi concreti, con buona pace della destra xenofoba) solo alla chiesa. Quando ci sono i problemi, i politici, e gli amministratori, anche quelli dei piccoli comuni, seppure eletti da pochi di noi, ma pagati da tutti, devono affrontarli, trovare soluzioni realistiche, fare squadra, nell'interesse di tutti, non rifiutandosi, ad esempio, di partecipare agli incontri istituzionali,  per esclusiva protesta.  Cari sindaci veneti che avete disertato gli incontri col prefetto, vi viene in mente che adesso non siete in campagna elettorale e che i problemi dovete risolverli, non sfruttarli,  gettando le colpe e le responsabilità sugli "altri"? é vero che nel Veneto questo atteggiamento paga (vedi sopra) ma è da sciacalli. 

**È però il suo uso in senso figurato ad essere il più comune: la coartazione diventa la forzatura ideale, la costrizione morale. Si può essere coartati a finire un lavoro, possiamo parlare di un'azione che non avremmo mai fatto se non fossimo stati coartati, possiamo coartare qualcuno a darci certe risposte. In altri termini, il coartare disegna con un tratto fine la costrizione della libera determinazione di una persona in una volontà altrui.(da unaparolaalgiorno.it)

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