martedì 22 settembre 2015

Immigrazione: realtà e propaganda



Sala piena ieri sera ma non pienissima e soprattutto si trattava prevalentemente di  addetti ai lavori, cioè di persone interessate alla politica e alla soluzione dei problemi o inserite nel volontariato sociale o di amministratori locali, attuali o del passato. 
E così, messaggi significativi sono arrivati a chi già ne conosceva la natura almeno in termini generali. Eppure di concetti e notizie importanti ne sono stati proposti da tutti gli intervenuti, dalla efficientissima e sintetica onorevole Camani, da Renato Rizzo, nonostante la tendenza irrefrenabile alla divagazione, ma soprattutto dal Sindaco di Rubano, controllata, pragmatica, ma nello stesso tempo appassionata ed empatica.  
Sono stati posti da me e soprattutto  dai numerosi, intelligenti e talvolta critici interventi del pubblico diversi problemi, che hanno ampliato gli orizzonti rispetto alla microvisione di taluni amministratori locali.
Faccio solo degli esempi, tratti dalla memoria:
  • La labilità della differenziazione tra rifugiati politici veri e propri e migranti economici. Ho portato a questo proposito l'esempio a me ben noto del Mali, che potete trovare ampliato in questo link e nei rimandi precedenti.
  • L'estrema difficoltà dei rimpatri dei non aventi diritto e l'assoluta mancanza di programmazione di quanto succede dopo la mancata attribuzione dello status di rifugiato. (Nota dell'ultim'ora. Fa un po' ridere il ministro Alfano quando uscendo dal vertice di Bruxelles proclama: rimpatri, rimpatri, rimpatri!)
  • Dal pubblico sono state fatte lucide analisi sulle reali cause dei flussi migratori attuali.
  • Sempre dal pubblico, soprattutto giovane, è stata avanzata, con molto tatto e pudore, la problematica delle difficoltà dell'inserimento lavorativo e del facile confronto con chi viene assistito in tutto e per tutto. Facile mostrare l'errore logico e politico che si cela dietro a tale ambivalenza; resta però il fatto che questi dubbi possono coinvolgere anche persone impegnate nel sociale. Si tratta di un disagio sicuramente  reale deviato verso obiettivi fittizi, anzi verso diversivi, dalla ben orchestrata campagna di disinformazione che pesa come una cappa sulle menti degli italiani.
  • Una parziale risposta alla problematica precedente è stata data indirettamente da un dato presentato dal sindaco di Rubano e che andrebbe diffuso perché sono sicuro che nessuno lo conosca, tranne  gli addetti ai lavori: l'accoglienza dei rifugiati non costa nulla ai comuni in termini finanziari, essendo le spese sostenute dalle associazioni o dalle cooperative che li hanno in carico e che vengono rimborsati direttamente dallo Stato italiano, che utilizza quasi esclusivamente fondi europei ricevuti ad hoc. 
  • Renato Rizzo, infine, pur nel suo difficilmente arrestabile vagare, ha portato un dato significativo e definitivo, nel senso che fa giustizia di tutti i pregiudizi e delle preoccupazioni di spesa:  il saldo tra costi (accoglienza, welfare, contrasto all'irregolarità e alla criminalità) e i benefici (tasse pagate dagli stranieri) è in attivo di 3,9 miliardi di euro! (Dati UNAR*, Dipartimento pari opportunità della presidenza del Consiglio).

Insomma, un abisso umano, politico e operativo tra chi predica l'intolleranza e chi opera razionalmente e concretamente.

* Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali

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