lunedì 28 settembre 2015

Renzi, l'iperberlusconiano 1




Critica e autocritica




La politica è l'arte del possibile, senza dubbio, ma quando è troppo è troppo... Tra qualche luce e molte ombre, Renzi sta portando avanti, nel nome del pragmatismo, un programma che in qualche caso innova e apre spiragli di crescita, in molti altri trasforma in senso involutivo la società. Col risultato collaterale di distruggere un partito, di disorientare un popolo che per altro ha mandato segnali inequivocabili, di allontanare intere categorie (vedi gli insegnanti) e di indirizzare grandi intelligenze ed energie nelle braccia di chi le usa  assai male, come Grillo e co. Altri, meno dotati, e in cerca comunque di senso, cadono altrettanto facilmente nel calderone leghista. Un gran risultato politico ed etico. 
Recentemente Paolo Flores d'Arcais, il discusso intellettuale, lodevole nella sua capacità di non sporcarsi le mani se non d'inchiostro, ha scritto un articolo al vetriolo su Renzi. Mi trova d'accordo solo in parte:  non condivido, ad esempio il giudizio tranchant su Prodi. 
Per di più non vengono affrontati i nodi più scottanti della politica renziana: la riforma del sistema elettorale in direzione ipermaggioritaria, col corollario della ristrettissima scelta lasciata agli elettori e la tacitazione definitiva del senato e di ogni altro contrappeso istituzionale a qualsiasi maggioranza elettorale (e non di popolo, si badi bene). 
Non oso pensare se al posto del "simpatico" boyscout, dovesse trovarsi un ruspista o un qualsiasi azzimato cultore del postideologico e  delle manipolazioni della rete. Con queste leggi, sempre che passino senza un sussulto di dignità del popolo italiano al referendum confermativo, chi si ritroverà con un 35 % del 50% dei votanti potrà stravolgere a proprio uso e consumo la Costituzione: si sa dove si inizia e non dove si finisce.(P.M.)


riprendiamo dal sito www.micromega.net”

Al meeting di CL Matteo Renzi ha confessato pubblicamente di essere la prosecuzione del berlusconismo con altri mezzi. Dalla giustizia all’informazione, dal lavoro alla riforma istituzionale, non c’è un solo elemento della lobotomizzazione della democrazia tentata da Berlusconi che Renzi non stia realizzando. Contro la quale ora ha però poco senso indignarsi. Occorre invece riflettere sul perché le straordinarie energie che l’antiberlusconismo aveva saputo suscitare nella società civile non abbiano trovato adeguata espressione politica.

Se si trattasse di omosessualità diremmo che è stato un coming out. Ma trattandosi di un cattolico praticante, ed essendosi svolta in una location che più cattolica non si può, il meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, è d’uopo invece parlare di CONFESSIONE. Matteo Renzi ha confessato pubblicamente: di essere la prosecuzione del berlusconismo con altri mezzi, anzi di essere la realizzazione del berlusconismo adeguata ai tempi, cioè alla non implementazione del berlusconismo con i mezzi di Berlusconi (l'intermezzo dei governi-nullità Monti e Letta non merita menzione: de minimis non curat praetor). 

Confessione solenne, coram populo e urbi et orbi, che non a caso uno dei bracci armati del berlusconismo, le falangi devote di CL e del cattolicesimo di Mammona, ha salutato canonizzando il nuovo leader post Pd a punto di riferimento.

Che la confessione ci sia stata, e inequivocabile, si dimostra per tabulas. Nell’immediato dopoguerra, quando il regime di Mussolini è spazzato via dalla vittoria della Resistenza nell’ambito della vittoria militare alleata (Roosevelt Churchill Stalin), dopo la Liberazione cui fa seguito la Repubblica e la sua Costituzione (firmatari il comunista Terracini e il democristiano De Gasperi, giurista di riferimento l’azionista Calamandrei), i fascisti che vogliono combattere la Rottura e trovare i mezzi efficaci per ristabilire una Continuità non sono i rottami nostalgici di Salò ma quanti predicano l’ideologia delle non ideologie: oltre sia il fascismo che l’antifascismo.

Così Renzi col berlusconismo e l’antiberlusconismo, papale papale. Ovviamente senza la tragedia del fascismo, i morti i torturati gli incarcerati gli esiliati … il berlusconismo non è stato il fascismo [“Fascismo e berlusconismo”, MicroMega 1/2011] è stato “l’equivalente funzionale e postmoderno del fascismo” (ivi) e il renzismo ne costituisce l’apoteosi effettiva (come già analiticamente dimostrato in “Sinistra e parresia”, MicroMega 8/14).
copyright © Paolo Flores d’Arcais
Continua.

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