domenica 8 gennaio 2017

Le contraddizioni americane, 2





Il secondo emendamento





Segue da: Sette gennaio

Right to Bear Arms: "A well regulated Militia, being necessary to the security of a free State, the right of the people to keep and bear Arms, shall not be infringed".
"Essendo necessaria, alla sicurezza di uno Stato libero, una milizia ben regolamentata, non potrà essere infranto il diritto dei cittadini di detenere e portare armi."

Il secondo emendamento della Costituzione americana, in vita se non sbaglio dal 1791, ha avuto una storia interpretativa, lunga, contrastata e spesso contraddittoria. 
Ideato dai padri fondatori per rispondere alle minacce espansionistiche francesi dal Nord e alle mire del nascente stato verso ovest (nei territori indiani) in una nazione per di più appena liberatasi dalla dominazione britannica, il secondo emendamento faceva riferimento alla Militia (Le forze armate regolari, organized militia e l'insieme dei cittadini maschi, unorganized militia) con un orientamento eminentemente difensivo.

Sul piano formale, quindi il secondo emendamento si limita ad impedire che i singoli stati, come hanno più volte tentato nei secoli (per ultimo Washington)  impediscano la diffusione delle armi con divieti assoluti. Nei secoli, i diversi strati federati hanno proceduto in modo difforme tra di loro, sottoponendo il possesso e il porto delle armi a regolamenti, divieti parziali, autorizzazioni ecc. 
Niente di più e niente di meno di quanto succede in Italia con il regolamento di Pubblica Sicurezza sul porto d'armi.
Ma dove sta la differenza? non nell'aspetto formale, ma in quello materiale di questo pezzo di costituzione: "se non è vietato, allora ho il diritto di farlo" e "sta scritto nella costituzione"- queste in sintesi le posizioni dei favorevoli all'armamento di massa.
 Le corti che più volte si sono cimentate sul tema hanno dato spessissimo ragione ai cittadini o ai gruppi che si opponevano alle limitazioni. 
E' ancora fortissimo l'impatto emotivo  che il secondo emendamento, a distanza di due secoli,  ha sul corpo sociale di una nazione ancorata ai miti fondanti, al fare, all'intrapresa individuale.
Il resto, e non è poco, lo fa la lobby dei produttori di armi, che hanno ancora presa sull'opinione popolare, arrivando a sostenere che le armi salvano le vite. Anche dopo luttuosi eventi, aggressioni di folli o di gruppi terroristici: "se tutti fossero stati armati"- è l'inevitabile ritornello- "qualcuno avrebbe potuto fermare il folle o il terrorista". 
Incredibile per noi, come è incredibile il folle sistema sanitario o come sono stupefacenti le esecuzioni in strada da parte degli agenti di polizia.
Gli Stati Uniti danno costantemente l'impressione di una continua lotta tra il bene e il male, tra passato e futuro, tra libertà e soggezione, tra sfruttamento e generosità, tra individualismo e comunità, tra integrazione e razzismo: insomma ancora un paese di frontiera, dove, anche per chi come me è stato inondato dal mito della liberazione dal nazifascismo, non sarebbe bello vivere. Qual' è l'eredità  dei sacrifici di milioni di giovani americani degli anni venti? la Corea? il Vietnam? l'Irak? l'Afganistan? le trame della CIA in Africa e America latina? le armi ai talebani? la guerra alla Russia per interposta milizia in medio oriente?



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